Gonadotropine LH FSH

Il test della beta hcg è particolarmente utile in quanto questa molecola è rilevabile molto precocemente nell’organismo, già a partire dall’impianto nell’utero dell’ovulo che è stato fecondato da uno spermatozoo. Solitamente i valori di beta hcg possono essere rilevati tra i 10 giorni e le 2 settimane di distanza dal concepimento. La presenza di hCG implica l’avvenuto impianto dell’embrione nella decidua basale e proprio per questo motivo è utilizzato dai più comuni test di gravidanza nelle prime settimane. Oltre alla terapia sostitutiva con preparazioni a base di testosterone, viene stimolata la sua secrezione tramite l’uso della Primobolan (Metenolone) injection corionica umana (hCG). Lo mantiene in attività, così la produzione di progesterone prosegue e la mucosa dell’utero conserva le caratteristiche che permettono all’embrione di svilupparsi, consentendo di portare avanti la gravidanza. Dalle cellule del trofoblasto ha origine la placenta, che continua a produrre hCG; col tempo comincerà essa stessa a produrre progesterone e, a questo punto, il corpo luteo non servirà più e si atrofizzerà.

  • Per tale motivo prima di impostare un piano terapeutico è necessario stabilire accuratamente la riserva ovarica della donna.
  • Il testosterone, infatti, in questi casi potrebbe fare da segnale negativo per l’ipotalamo e l’ipofisi-bloccando l’asse e portando a sterilità.
  • Se le concentrazioni sono elevate alla diagnosi, le variazioni nei loro livelli possono confermare al medico se il tumore sta rispondendo al trattamento.
  • I livelli di alfa-fetoproteina durante lo sviluppo dell’embrione umano iniziano ad aumentare alla fine del primo trimestre e la proteina passa nel sangue materno attraverso la placenta.

Cosa sono le gonadotropine e perché sono fondamentali per la fertilità

Dopo il parto o dopo l’interruzione della gravidanza, il ritorno dell’hCG a zero avviene tra i 7 ed i 60 giorni. La tendenza alla caduta dei livelli di hCG può essere importante nell’interruzione delle gravidanze molari ed anche dopo l’interruzione delle gravidanze normali o ectopiche per poter essere certi che la terapia abbia avuto successo. L’eventualità di gravidanze problematiche può essere ipotizzata in presenza di un aumento più lento del normale dei livelli di HCG. In una gravidanza normale, il tempo di raddoppio di HCG è di ore nelle prime quattro settimane, che può arrivare  a circa 96 ore nella fase successiva della gravidanza. A seconda della quantità di beta hCG presente nel sangue, è possibile anche stabilire in che settimana di gestazione si trova la donna.

Beta-hCG come Marcatore Tumorale: in cosa consiste l’esame?

Il corpo luteo residuo produrrà, invece, progesterone, un ormone che permette l’impianto dell’uovo fecondato ed è utile per il mantenimento della gravidanza. “La gonadotropina corionica umana (hCG) è un nuovo ormone che, fisiologicamente, fa la sua comparsa nell’organismo della donna al momento della gravidanza. Il periodo in cui è possibile che l’uovo venga fecondato inizia 4-5 giorni prima dell’ovulazione e termina 1-2 giorni dopo. Ciò è possibile in considerazione del fatto che la cellula uovo matura, quando viene espulsa dall’ovaia, riesce a sopravvivere per circa 24 ore, mentre gli spermatozoi possono rimanere vitali nell’apparato genitale femminile fino a ore.

Perché si misura la Beta hCG in gravidanza?

“Nelle settimane successive all’annidamento dell’embrione nell’utero, la concentrazione dell’hCG aumenta progressivamente, in maniera esponenziale, fino alla dodicesima settimana di gravidanza. Al termine del primo trimestre raggiunge il picco massimo, per poi decrescere fino a stabilizzarsi”, spiega l’endocrinologo Pontecorvi. Per stabilire che la gravidanza abbia preso il via, è sufficiente rilevare la presenza della beta-hCG umana nell’organismo della donna. In alcune circostanze, oltre a rilevarne la presenza, è utile anche misurare la sua concentrazione nel sangue. Le gonadotropine sono secrete dall’ipofisi anteriore o adenoipofisi, una piccola ghiandola della grandezza di un fagiolo situata alla base del cranio. La sua attività è controllata da una regione del cervello chiamata ipotalamo, attraverso un fine meccanismo regolatorio che si avvale di sostanze ormonali.

Il ricorso a questa valutazione è indicata quando si ravvisano i primi segnali di un possibile concepimento, tra cui un ritardo nella comparsa delle mestruazioni nei giorni previsti. Al di fuori della gravidanza, la beta hCG può essere rilevata in presenza di alcuni tumori benigni e maligni dell’ovaio e del testicolo. La sintesi delle beta hCG inizia nel momento in cui si verifica l’annidamento dell’ovulo fecondato nell’utero, vale a dire una settimana circa dopo il concepimento (evento che si verifica, invece, entro 24 ore dall’ovulazione). LH ed FSH sono ormoni di natura glicoproteica che, una volta secreti, vengono veicolati dal sangue fino al loro target (cellule bersaglio), dove si trovano i recettori di membrana con i quali interagiscono innescando una cascata di eventi biochimici diversi in base all’organo di riferimento. Le gonadotropine sono dette anche gonadotropine ipofisarie poiché vengono prodotte dall’adenoipofisi (o ipofisi anteriore), una piccola ghiandola posta alla base del cranio. L’attività dell’adenoipofisi è controllata dall’ipotalamo, situato nel cervello, mediante sostanze ormonali come il peptide GnRH (gonadotropin-releasing hormone), che favorisce il rilascio di gonadotropine.

La ricerca su sangue della beta hCG è più sensibile e consente di fare chiarezza in presenza di un falso positivo. Con tale metodo, la presenza e la quantità dell’ormone si possono riscontrare anche 7-10 giorni dall’avvenuto concepimento, garantendo un risultato sicuro al 100%. Fare il test di gravidanza all’indomani di un rapporto sessuale non protetto è, invece, inutile, in quanto sono necessari alcuni giorni prima che l’organismo produca la beta hCG, anche se l’ovulo è già stato fecondato. Nel caso in cui si abbia un forte sospetto di essere rimaste incinte in un recente rapporto a rischio, è possibile anticipare il test indicativamente a 5-7 giorni prima della data orientativa in cui è prevista la comparsa delle mestruazioni. In tale situazione, però, per avere un esito certo, è opportuno ripetere la prova dopo qualche giorno. L’eccessiva diluizione dell’urina potrebbe fornire un risultato falsamente negativo, pertanto non dovrebbero essere assunte grandi quantità di liquidi prima della raccolta.